lunedì 30 dicembre 2013

Nota stampa:I Gd San Nicola incontrano il neo coordinatore e aprono il tesseramento

Nella giornata di ieri i Gd San Nicola dell'Alto hanno incontrato presso il circolo Pd - Gd San Nicola dell'Alto il coordinatore provinciale Leo Barberio. Si è discusso del rilancio della giovanile a livello provinciale e delle future iniziative che il circolo Gd "Sandro Pertini" porterà avanti nei prossimi mesi. Nel corso dell'incontro, è stato avviato(con forte ritardo) il tesseramento 2013 che si chiuderà nei prossimi giorni.

lunedì 23 dicembre 2013

Nota stampa: riunione dei giovani Dem sannicolesi


Domenica 22 dicembre presso il circolo Pd - Gd di San Nicola dell'Alto si è svolta una riunione dei giovani democratici sannicolesi. I giovani Dem hanno discusso del tesseramento 2013 ancora da avviare, della nuova fase intrapresa a livello provinciale, dell'attività politica, del nuovo assetto locale dei Gd e delle elezioni comunali ed europee. Nei prossimi mesi i Gd porteranno avanti una campagna di sensibilizzazione per la raccolta differenziata e organizzeranno un'iniziativa sulle elezioni europee. All'unanimità gli iscritti hanno eletto i nuovi membri del coordinamento: Alessio Iocca, Daniele Rizzo e Antonio Turano, i quali subentrano a Giovanni Vulcano e a Ionur Nicolae Juravle. In vista delle elezioni comunali i Gd aspetteranno le decisioni del partito, per le elezioni europee i giovani chiedono una mobilitazione di tutto il partito locale e provinciale a sostengo dei socialisti europei e di Martin Schulz candidato alla presidenza della Commissione Europea per rovesciare le politiche di austerità e dare un nuovo volto e un nuovo percorso all'Europa.

venerdì 15 novembre 2013

Appello ai candidati a segretario: la nuova assemblea voti l'ingresso del Pd nel Pse


Mentre in Europa i socialisti ufficializzano e lanciano la candidatura di Martin Schulz alla presidenza della Commissione Europea, in Italia il Pd discute per l'ennesima volta della sua collocazione europea e del rapporto col PSE.

Una discussione che entra nel vivo subito dopo le dichiarazioni di Epifani il quale durante un'iniziativa di partito ha detto che il prossimo congresso del PSE si svolgerà a Roma la prossima primavera. Immediate le repliche di Fioroni e Castagnetti che tra tweet, interviste e articoli esprimono il loro dissenso e la loro contrarietà all'ingresso del Pd nel PSE; a questi si è aggiunto il quotidiano Europa che mercoledì ha dedicato un'intera di giornale sulla crisi dei socialisti in Europa.

A Fioroni e a Castagnetti e a tutti gli altri dirigenti che sono contro l'ingresso del Pd nel PSE perché non vogliono morire socialisti, vorrei ricordare che il PSE, nel 7º congresso tenuto a Oporto, ha modificato il proprio statuto definendosi come forza politica aperta a tutti i partiti europei "di ispirazione socialista, progressista e democratica", prospettando la possibilità di un allargamento a partiti e movimenti progressisti che non provengono necessariamente dallo storico campo del socialismo europeo.
Inoltre come è stato ricordato più volte da Gianni Pittella, nel PSE militano persone provenienti da culture diverse, citando tra questi Martin Schulz socialdemocratico e Jacques Delors cattolico democratico. Francamente stento a capire queste prese di posizioni inutili.

Al quotidiano Europa invece, vorrei ricordare che la sinistra è in crisi perché negli ultimi anni è stata subalterna al pensiero neoliberista e i risultati sono sotto i nostri occhi, malgrado la crisi economica e il fallimento delle destre, la sinistra in Europa arranca. Per ritornare a vincere la sinistra deve ritornare ad essere se stessa, deve ripartire dalla crisi e riscoprire la bellezza e il significato delle sue parole: Stato, uguaglianza, lavoro, diritti, saperi tanto per citarne alcune. Il Pd deve entrare nel PSE per aiutare i socialisti a cambiare la politica macroeconomica europea, se non partiamo da lì mai usciremo da questa crisi.

L'ingresso del Pd nel PSE è una battaglia che insieme ad altri Giovani Democratici e dirigenti del Pd porto avanti da anni, sulla questione ho scritto e dibattuto in varie occasioni.                                 
Con questo articolo quindi, non voglio esprimere un mio pensiero, ma lanciare un appello a tutti i candidati alla segretaria nazionale, ai quali dico: visto che siete d'accordo tutti(almeno a parole) sull'entrata del Pd nel PSE, il giorno della prima assemblea nazionale, indipendentemente da chi vincerà il congresso tutti e quatto, presentate un ordine del giorno che abbia come oggetto l'entrata del Pd al PSE in modo da sciogliere uno dei nodi che questo partito si porta avanti da troppo tempo e dare piena legittimità a questo ingresso.

Oreste Sabatino                                                                                                                                               
Vicesegretario Gd Crotone

giovedì 10 ottobre 2013

Nel PSE per dare un calcio all'austerity!

Il congresso si avvicina e in casa dem si ritorna a discutere di collocazione internazionale. Ad oggi il Pd e Scelta Civica sono gli unici partiti italiani che non hanno una collocazione internazionale, per meglio dire europea. Scelta Civica divisa al suo interno tra i montiani che vorrebbero aderire al PPE e i montezemoliani che ai popolari preferirebbero i lib - dem  dell'ALDE; il Pd aderisce al gruppo S&D del Parlamento Europeo ma non al PSE, casa comune di tutti i partiti socialisti, socialdemocratici, laburisti e progressisti europei. Così a poche settimane dal congresso e a pochi mesi dalle elezioni europee il Pd si ritrova così come nel 2009 senza "casa".
 
Nei giorni scorsi il PSE ha dato via al processo di selezione per la candidatura unica che sarà proposta per le elezioni europee di maggio. La selezione sceglierà il candidato ufficiale del PSE alla presidenza della Commissione Europea.                                                        
 Il Pd appoggerà il candidato Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, già capogruppo del PSE nella passata legislatura, ma quella del Pd è una mera indicazione, infatti alla selezione parteciperanno solo i partiti che fanno parte del PSE. Un'occasione di confronto e dialogo sprecata.

Sempre nei giorni scorsi l'ex vice Sindaco di Firenze, Dario Nardella, per l'ennesimo volta ha detto che l'ala renziana è favorevole all'ingresso del Pd nel PSE riconoscendo lo scontro che c'è in Europa tra le due grandi famigli politiche, popolari e socialisti. Ma da questa posizione si è dissociato un altro renziano, Antonio Funiciello, responsabile comunicazione Pd, che dalle colonne dell'Unità ha affermato che "se il Pd aderisce al Pse fa un regalo ai neo - centristi".

Il Pd, nel pieno della crisi che sta travolgendo l'Europa invece di discutere con i socialisti europei come ribaltare le politiche di austerità imposte dall'Europa, invece di elaborare una piattaforma per uscire dalla crisi che i mercati hanno generato e che stanno facendo pagare agli Stati e alla gente comune, cosa fa, discute di vecchi stereotipi: vecchia Dc, neo - centrismi, Pds, Ds.

Come Giovani Democratici durante l'ultimo congresso(2012) abbiamo presentato un emendamento nel quale chiedevamo al Pd di entrare come aderente nel PSE, ad oggi questa richiesta è rimasta nei cassetti di Sant'Andrea delle Fratte.

Personalmente credo che il Pd debba entrare nel PSE, perché in Europa si gioca la nostra battaglia, il nostro futuro; la nostra casa è il socialismo europeo, la nostra stella polare è l'Europa, non quella dei tecnocrati e dell'austerity, ma quella sociale, democratica e dei popoli. Entrare nel Pse per europeizzare il sistema politico italiano, come pensiamo di sfidare la Merkel e la tecnocrazia di Francoforte e Bruxelles se non stiamo dentro un partito europeo che da sempre si è schierato contro le politiche di austerità imposte da quest'ultimi.

Il congresso si avvicina e la questione non è più prorogabile, il Pd dopo la fase congressuale, nella prima assemblea nazionale dovrà votare l'adesione al PSE in modo da poter discutere con gli altri partiti europei in vista delle elezioni l'uscita dalla crisi, per dare finalmente un calcio all'austerity.

Oreste Sabatino                                                                                    
Vicesegretario Gd Crotone

mercoledì 4 settembre 2013

Province:l'impotenza della politica


Uno dei temi più discussi della politica italiana negli ultimi anni è stato l'abolizione delle province. Moltissime sono state le discussioni, le pagine di giornale dedicate a questo tema che forse meriterebbe un po' più di attenzione e analisi.
La Costituzione con l'art.5 riconosce e promuove le autonomie locali, mentre all'art.114 elenca quali sono gli enti pubblici territoriali:comune,provincia,città metropolitane e regione. Quindi la provincia cui viene affidata la funzione di ente intermedio tra comune e regione è riconosciuta dalla Costituzione, è dunque un ente costituzionale.
Per molti anni esponenti e partiti politici, soprattutto quelli in cerca di consenso, cavalcando l'onda dell'antipolitica hanno promesso l'abolizione delle province.
La questione delle provincie è alquanto delicata, stiamo parlando infatti di un ente che esiste nell'ordinamento italiano dall'Unità d'Italia, e quindi una eventuale riforma o abolizione richiederebbe un confronto e una discussione dentro e fuori dal Parlamento sui contenuti!
Oggi l'ente provincia in alcuni casi è diventato un centro di potere e di clientelismo, un luogo in cui il potere viene gestito per distribuire denaro pubblico ad amici, associazioni varie, società sportive e altri patrocini che vengono concessi solo per tenere a bada l'elettorato. Ma per discutere e confrontarsi su determinati temi occorre citare dati e cifre, gli slogan non servono. Vediamo quindi cosa fanno le province e come spendono il denaro pubblico.
Oggi le province sono 107, dal 1948 ad oggi sono nate ben 37 nuove province, spendono 10 miliardi di euro l'anno ed hanno 61 mila dipendenti per un costo di 2,3 miliardi l'anno(38.400 euro in media a dipendente). I costi istituzionali sono di 113 milioni che vengono distribuiti tra i 107 presidenti, gli 840 assessori e i 4.041 consiglieri eletti. Accanto a questa voce di spesa se ne aggiungo altre fondamentali per il funzionamento dei servizi(qualora le province fossero abolite le competenze così come i trasferimenti dovrebbero essere trasferiti ad altri enti o al nuovo ente che sostituirà la provincia). I servizi con i relativi costi forniti dalle province sono i seguenti:
- Edilizia scolastica, funzionamento delle scuole e formazione professionale 1 miliardo e 911 milioni di euro;
- Mobilità e trasporti 1 miliardo e 274 milioni di euro;
- Gestione del territorio, urbanistica e viabilità 1 miliardo e 744 milioni di euro;
- Tutela ambientale 989 milioni di euro;
- Sviluppo economico e servizi per il mercato del lavoro 953 milioni di euro;
- Promozione della cultura 194 milioni di euro;
- Promozione del turismo e dello sport 188 milioni di euro;
- Servizi sociali 233 milioni di euro;
- Spese generali 193 milioni di euro;
Negli anni della crisi economica e delle manovre restrittive i tagli alle province sono stati di
2,1 miliardi di euro. La spesa pubblica italiana è di 815 miliardi di euro l'anno, le province costano solo 10 miliardi, l'1,26% delle spesa pubblica contro i 66 miliardi dei comuni, l'8,19%, i 163 miliardi delle regioni, il 20,40% e i 562 miliardi dell'amministrazione centrale, il 70,14%. A dieci anni dalla riforma del titolo V lo Stato ha aumentato le spese per 100 miliardi di euro e le Regioni per 40 miliardi di euro.
Le province non devono essere abolite, ma devono avere più competenze e più responsabilità. Sono un governo del territorio importante soprattutto per i micro e i piccoli comuni, sono l'ente cerniera tra il comune e la regione, ente importante ai fini del coordinamento e dello sviluppo del territorio. Oggi le province sono elette ogni 5 anni dai cittadini, quindi sono sotto il controllo della sovranità popolare, qualora venissero abolite queste andranno sotto il controllo politico di segreterie e potentati locali, in Sicilia dopo l'abolizione delle 9 province(abolite dal consiglio regionale siciliano in quanto regione a Statuto Speciale) sono stati creati 16 comprensori, comprensori che stentano a decollare. In Germania con la riforma del 2005 il governo ha affidato alle province tedesche nuove funzioni e nuove responsabilità snellendo le Regioni. Nella Ue ben 23 stati su 25 hanno le province.
La strada intrapresa dal ministro Del Rio, dal Presidente Letta e da tutto il governo è sbagliata, si tratta di una scelta che comprova l'impotenza della politica, le province sono diventate il paravento di una classe politica sempre più statica e conservatrice. L'Italia ha bisogno di forti riforme istituzionali, il superamento del bicameralismo perfetto e la razionalizzazione del numero dei parlamentari in primis, senza dimenticare l'istituzione del Senato delle Autonomi, e la fusione dei comuni sotto i 5 mila abitanti e la riduzione degli enti inutili che costano allo Stato ben 7,4 miliardi l'anno; per dare ai cittadini uno Stato più vicino ed efficiente e non più lontano e inefficiente.

Oreste Sabatino
Vicesegretario Gd Crotone

 

sabato 25 maggio 2013

Cambiare lo Statuto, per cambiare il Pd. Riflessioni sul congresso


Nel 2007 a Firenze, durante l'ultimo congresso dei Ds, Anna Finocchiaro nel suo intervento disse: "noi, non siamo qui perché ce lo impone la storia, noi siamo qui per fare la storia". Era l'ultimo congresso dei Ds, l'atto fondativo del Pd, stava per nascere la casa dei riformisti italiani, che sotto il ramoscello d'Ulivo teneva insieme le due anime che per 60 anni si erano scontrate e confrontate, l'ala cattolica e l'ala comunista. Sono passati quasi 6 anni dalla sua nascita e il Pd al suo primo(vero) banco di prova, le elezioni politiche del 2013, ha mancato l'obiettivo: la vittoria. Dopo l'incapacità del gruppo dirigente di eleggere un nuovo Capo dello Stato, la rielezione di Napolitano ha aperto la strada al governissimo con il Pdl e Berlusconi.                                                                                                                               
Il partito, la base, i dirigenti locali hanno digerito male il boccone amaro somministratogli dal partito nazionale. Hanno perciò occupato le sedi da Sud a Nord, passando per il Centro, ed hanno dato vita al movimento "OccupyPd". L' assemblea di sabato 11 maggio, ha ratificato le dimissioni di Bersani ed ha eletto segretario fino al congresso l'ex leader della Cgil Guglielmo Epifani, che avrà il compito e l'onere di portare il partito al congresso.

Occorre ripartire, occorre ripartire dal partito, dalla sua forma e dai suoi valori, piangerci addosso non serve, ormai Napolitano è stato rieletto ed il governo col Pdl è stato fatto. Questa situazione così travagliata può rappresentare un'opportunità per tutti per rilanciare un soggetto diverso e superare le contraddizioni del passato, lo dobbiamo all'Italia, ai nostri elettori (delusi), ai nostri tesserati, al popolo delle primarie, ai nostri amministratori, ai nostri dirigenti, ai nostri volontari.

Cambiare lo Statuto per cambiare il Pd:

- (Ri) Costruire non un partito, ma il partito. Un partito di sinistra, laico, plurale, europeista e popolare che difende tutti i giorni la Carta Costituzionale;
- Entrare nel Pse, favorendo così l'europeizzazione del sistema politico italiano. La nostra casa è il socialismo europeo, la nostra stella polare:l'Europa;
- Scorporare Premiership e Leadership, fare le primarie delle idee, fare un congresso sulle idee, con tesi o/e mozioni  che dovranno portare ad un confronto tra tutti i candidati su tutto il territorio nazionale, 110 incontri, uno in ogni provincia;
- Disciplina e formazione di partito, la classe dirigente di domani dovrà rispondere al partito e non ai capi corrente, plurali si, anarchici no. La classe dirigente di domani dovrà essere preparata ad affrontare la più grande sfida: quella di governo;
- Rafforzare l'organizzazione giovanile, rilanciandola, da quest'ultima devono(dovranno) uscire i candidati, gli amministratori di domani e non dai salotti tv o dal Grande Fratello;
- Autonomia e territorio, ripartire dal basso, confrontandosi con la base su temi e proposte nazionali e locali, un partito del territorio che fa da spalla ad amministratori impegnati nella gestione della cosa pubblica.
Rilanciare il Pd, per cambiare l'Italia. Il Pd è nato per fare la storia.

Oreste Sabatino                                                                                                                                              
Vicesegretario Gd Crotone

venerdì 19 aprile 2013

Il partito dei giovani e della base


Mai come oggi la base del Partito Democratico e i Giovani Democratici hanno preso una posizione così netta che li ha portati ad occupare non solo le sedi ma anche i giornali, i siti web e i social network. Un partito che all'interno del suo gruppo parlamentare si è diviso su un nome quello di Franco Marini (a cui va la mia stima e il mio personale rispetto) scelto e condiviso con il Pdl e con Berlusconi. 
I primi malumori erano emersi nella serata di ieri quando alla riunione dei gruppi si è decretata la frattura con la votazione del candidato proposto da Bersani che ha visto 222 sì, 90 no e 21(o 30) astenuti e con il gruppo di Sel che ha abbandonato la riunione ed ha optato per il candidato del M5S, Stefano Rodotà. 
La prima votazione ha sonoramente bocciato il nome di Franco Marini sostenuto oltre che dal Pd, dal Pdl, Sc, Udc, Ln e Fd'I. Dopo il magro risultato, 521 voti il Pd nella seconda votazione opta per la scheda bianca e accantonato Marini già pensa ad altre ipotesi. Mentre a Roma si ragionava sui nomi, i giovani e meno giovani da Padova a Napoli passando per Firenze hanno occupato sedi, circoli, sezioni chiamando a raccolta dirigenti, amministratori, tesserati, simpatizzati per confrontarsi, discutere, ascoltare l'opinione di chi vive il partito 365 giorni l'anno.Da questo movimento spontaneo è emerso un partito radicato e presente che non ama gli inciuci o gli accordi di palazzo, ma un partito che ama ascoltare, discutere e proporre, un partito che dice mai più con chi ha rovinato l'Italia, un partito che vuole guardare avanti e non indietro, un partito fatto di giovani, donne e uomini che credono e sperano in questo progetto, un partito che ha come unico fine l'Italia.
 Ora bisogna convergere su un nome che (ri)unisca il partito e la colazione "Italia Bene Comune", un nome che piaccia agli italiani e che parli al Paese, un nome che unisca un Paese lacerato dalla crisi sociale ed economica, un Paese stremato che lotta ogni giorni per dare un futuro ai propri figli e ai propri nipoti. 
Cambiare si può, si deve! 

Oreste Sabatino 
Dirigente, tesserato ed elettore

sabato 13 aprile 2013

Priorità generazionali - SINTESI PROPOSTE ALTA PARTECIPAZIONE, le proposte dei parlamentari Gd


alta partecipazione
Niente promesse vane o irrealizzabili ma il frutto di un’elaborazione larga e competente che dura da oltre 4 anni. Un esempio di partecipazione diretta e unpatto che consentirà di mantenere un dialogo costante con la rete d’associazioniche rappresenta oltre 150 mila giovani, precari e professionisti durante tuttele fasi di presentazione e approvazione delle norme che li riguardano.
Dal ungo lavoro svolto fatto di ricerche, analisi, incontri ed elaborazione diproposte, che ha avuto l’ultima espressione nella campagna di “AltaPartecipazione” promossa dai Giovani Democratici, dall’Associazione 20 maggio edall’Associazione Lavoro & Welfare Giovani assieme ad oltre 50associazioni. Con “Alta Partecipazione” abbiamo aperto la nostra finestrasull’Italia giusta: un paese in cui è possibile sconfiggere il lavoro precarioe sostenere il lavoro autonomo e professionale. Un paese che puntasull’innovazione sociale e sulla legalità, su un welfare inclusivo esull’utilizzo dei fondi comunitari come opportunità concreta per i cittadini.Un paese in cui le politiche del fisco e quelle di genere non sono un freno masono motori d’emancipazione sociale.
Abbiamoun’idea larga di cambiamento del nostro paese ma di fronte alle difficoltàintrodotte dal risultato elettorale poniamo le nostre priorità e urgenze cheriguardano i giovani, i precari, i professionisti.
1) COMPENSO MINIMO LEGALE
Per superare le attualidifficoltà dei lavoratori parasubordinati e a partita iva individuale, ed anche per i lavoratori subordinato privi di contrattocollettivo, si avrà un compenso minimolegale non inferiore a quello dei lavoratoridipendenti dello stesso settore, e s’impediranno gli abusi allargando le normeper i contratti di collaborazione a tutte le forme di lavoro individuale nonsubordinato.
2) FARE FUNZIONARE LA RIFORMA “FORNERO”
Simodificherà la “Riforma Fornero” introducendo un congruo periodo di transizioneal nuovo regime attraverso accordi tra le parti sociali che porteranno ognisettore a regolare contrattualmente anche le corrette modalità d’utilizzo diogni forma di lavoro impedendo gli abusi, stabilendo compensi minimi per tuttele prestazioni di lavoro, definendo le modalità concrete di godimento deidiritti universali come in caso di malattia, maternità, infortunio.  Si agevolerà il passaggio dai contratti atempo determinato e atipici al lavoro stabile introducendo il Contratto Unicod’Inserimento Formativo riformando gli incentivi all’apprendistato,assorbendo i contratti d’Inserimento e buona parte dei contratti a termine eatipici, dando uno sbocco conveniente alle imprese per 6 anni.
3) AMMORTIZZATORI E TUTELE SOCIALIUNIVERSALI
Le tutele e gli ammortizzatori sociali devonodiventare diritti di cittadinanza dovuti a tutti i lavoratori, a prescindere dalla formadel contratto: a chi si ammala come a chi vuole fare un figlio; a chi subisceun infortunio sul lavoro e a chi vuole formarsi e aggiornarsi.
Si allarga l’indennità didisoccupazione a tutte le tipologie di lavoro (ci sono già le risorsedisponibili e non utilizzate) e si garantisce la tutela sulla maternità, lamalattia, gli infortuni e l’accesso all’aggiornamento professionale a tutti ilavoratori compresi quelli precari e atipici anche agevolando il mutualismosolidale.
4) GIUSTIZIA PREVIDENZIALE
Cibatteremo affinché le partite iva iscritte alla gestione separata Inps abbianofinalmente giustizia, abbassando l’aliquota previdenziale fino al 24% al livello degli altri lavoratori autonomi e siaresa obbligatoria e aumentata la rivalsa sui datori di lavoro fino al 9%.
Nelle Casse deiprofessionisti, inoltre, pensiamo si debba costituire un Fondo Interprofessionale digaranzia per rischi demografici, finanziari, e di tutela sociale. IlFondo, metterà al riparo lo Stato dai possibili dissesti finanziari dellesingole casse e si autofinanzierà con la graduale diminuzione dell'iniquosistema di doppia tassazione. Questo favorirà la sostenibilità delle Casse el’adozione di prestazioni sociali anche per i professionisti in caso di malattia,maternità, infortunio, necessità formative, garanzie per l’accesso al credito,ecc.
5) STATUTO DEL LAVORO AUTONOMO EPROFESSIONALE
Nel Lavoro autonomo individuale diamo un fisco piùgiusto, un sostegno a giovani e alle donne.Innanzi tutto sul piano fiscaleva ampliato, eliminando il limite dei 5 anni, il “Regime fiscale di vantaggio”cheagevola le partite iva individuali e i giovani imprenditori con un “forfait”fiscale sostitutivo di imposte sui redditi e addizionali comunali e regionalidel 5% per i primi 5 anni e del 15% per i successivi.
In secondo luogo proponiamo diapprovare, finalmente anche in Italia, lo Statuto del Lavoro autonomo e professionale,che sosterrà l'imprenditoria giovanile e femminile riducendo laburocrazia, aiutando l'avvio alla professione attraverso forme di finanziamentoe un più facile accesso al credito, finanziando la formazione, la ricerca el'innovazione, proteggendoli dai ritardati pagamenti.
6) DIRITTO ALLO STUDIO
Per intervenire immediatamente sulla diminuzione dilaureati e sull’abbandono dei percorsi universitari, pur avendo in mente unadefinizione più organica del sistema universitario, occorre dare alcunerisposte urgenti alla situazione critica in cui verte il sistema del dirittoallo studio universitario in Italia, prevedendo di destinare l'attualefinanziamento alle università non statali e l'attuale dotazione del fondo peril merito (Legge Gelmini), al finanziamentodel Fondo integrativo per la concessione di borse di studio, in modo taleda garantire una pur parziale reintegrazione ad un fondo che è stato duramentetagliato in questi anni. Occorre, inoltre, diminuirel'importo minimo della tassa regionale per il diritto allo studiocherappresenta il contributo che gli studenti danno al finanziamento delle borsedi studio, andando quindi a diminuire le tasse pagate dagli studenti e dalleloro famiglie.  E’ necessario, infine,favorire una maggiore attenzione delle Regioni, del mondo accademico e dellacollettività alla garanzia di tutti iservizi connessi ai livelli essenziali delle prestazioni e non solo allaborsa di studio.

Autobus per concerto primo maggio 2013



Partenza prevista il 30 aprile alle ore 23 e 30. Per info:giovanidemocratcicrotone@gmail.com

sabato 2 marzo 2013

Pd,compagni è tempo del mea culpa.

Le elezioni del 2013 hanno visto ulteriormente scendere il consenso del Pd nel Crotonese. Dal 2008 al 2013, in soli cinque anni, il Pd ha perso il 15,9% dei consensi; un dato che merita più di qualche riflessione. Non siamo più la Stalingrado del Sud, ma questo si sapeva; sparita la classe operaia a Crotone, nel giro di un quindicennio, siamo passati dal 48% del solo Pci ad un magro 23,12% del Pd.
In molti comuni, sopratutto quelli con il maggior numero di abitanti, il Pd è stato superato dal Pdl e in alcuni addirittura anche dal M5S. E' un trend negativo che si protrae dal ballottaggio delle elezioni provinciali del 2009 quando il candidato del Pd Schifino fu sconfitto e per la prima volta la provincia di Crotone passò a destra. L'anno successivo le elezioni regionali confermarono la medesima tendenza e si arrivò al commissariamento del partito democratico. Oggi, nonostante il maltrattamento del Sud e della Calabria da parte del governo Berlusconi - Tremonti - Bossi, malgrado la pessima gestione dell'amministrazione provinciale che ha come unico obiettivo il mantenimento delle poltrone e dello status quo, malgrado la pessima gestione del centro destra e di Scopelliti che ha esportato in regione il "modello Peggio", non siamo riusciti a vincere e ad affermarci come partito.
Molti hanno votato con rabbia e rassegnazione M5S che è diventato il primo partito a Crotone e in Calabria, in molti hanno votato M5S anche per lanciare un segnale. Come partito e come coalizione offrivamo all'Italia il miglior programma e siamo stati gli unici a non raccontare favole e promettere l'impossibile (con noi non ci sarebbe stato nessun rimborso Imu e nessun assegno da 1000 euro per tutti i disoccupati), ma evidentemente non siamo riusciti a convincere l’elettorato della bontà delle nostre idee e delle nostre proposte.
La Calabria e il Crotonese hanno bisogno di una svolta. Nella nostra provincia un giovane su due è disoccupato, il tessuto economico e sociale è inesistente, siamo la zona più povera d'Italia e tra le ultime in Europa, abbiamo un reddito pro capite da Terzo Mondo, l'Aereoporto chiuso, linee ferroviarie inesistenti, il porto che viene "visitato" solo dal mare, un turismo spontaneo e selvaggio, la zona industriale ancora da bonificare che continua ad inquinare il territorio, i fondi europei che vengono gestiti in buona parte per soddisfare le clientele elettorali che ad ogni tornata portano il loro pacchetto di voti, l'ospedale che funziona sempre peggio e l'elenco potrebbe continuare...
In questo contesto nei partiti non si discute più, le ultime proposte per il rilancio di questa meravigliosa terra le hanno fatte i sindacati che oltre a gestire le numerose crisi aziendali e ad assistere migliaia di precari suppliscono i partiti e svolgono le loro funzioni; persino la confcommercio quest'estate aveva redatto delle proposte e affisso manifesti per i negozi della città in cui si evidenziavano tra le tante cose l'assenza della politica.
Le forze, le energie e le opportunità ci sono per rilanciare il Crotonese questo però sarà possibile solo quando i partiti torneranno a fare politica, a discutere e a proporre.
Confrontiamoci con il mondo che ci circonda, organizziamo incontri tematici e su ogni singolo problema chiamiamo a raccolta i cittadini e sentiamo cosa hanno da dirci. Possibile che in questa nostra terra bagnata da un mare che tutti ci invidiano non si riesca a sviluppare un sistema turistico moderno ed efficiente? Ma attenzione il turismo non è portare Rtl (come ha fatto qualche politico "illuminato" a Reggio Calabria a spese del Comune) o il cantante o comico di turno pagato con i soldi di tutti. Turismo vuol dire organizzazione dei sistemi recettivi, organizzazione e riqualificazione delle infrastrutture, vuol dire conciliare il divertimento con l’arte,i sapori e i saperi Possibile che da questa terra si può partire (e si può arrivare) solo con l'autobus? Perché i cittadini crotonesi non possono godere di offerte o di occasioni da parte di compagnie aeree o Trenitalia? Possibile che questa terra riscaldata 365 giorni l'anno dal sole deve continuare ad importare energie? Le pale eoliche da sole non bastano, i pannelli devono coprire non solo spazi pubblici ma anche i tetti delle case in modo che i cittadini producano, consumino e vendano energia, questo può essere un primo passo verso la transizione ecologica e la riqualificazione urbana. Perché non istituire proprio a Crotone una scuola specializzata in energie rinnovabile ed incentivare le imprese ad investire e innovare nel campo, in modo da creare a Crotone stesso una fabbrica che produca pannelli o altro.
E’ necessario ed urgente che il partito democratico torni a fare politica vera, aprendosi al confronto con la gente per intercettare i suoi bisogni e farsi promotore di idee di sviluppo del territorio.

Oreste Sabatino

Vicesegretario Gd Crotone

venerdì 1 marzo 2013

San Nicola va controcorrente

A nome dei Giovani Democratici sannicolesi voglio ringraziare tutti gli elettori che hanno sostenuto il Pd in questa tornata elettorale.
A San Nicola dell'Alto il Pd si riconferma primo partito e il centrosinistra prima coalizione, un leggero calo di consensi c'è stato rispetto alle politiche del 2008 dovuto sopratutto al calo dei votanti, ma malgrado tutto il risultato ottenuto è più che soddisfacente; siamo l'unico comune della provincia di Crotone in cui il Pd supera il 45% raggiungendo la soglia del 47,97% alla Camera e del 48,03% al Senato.
Un ulteriore ringraziamento va fatto alle sezioni Pd e Gd di San Nicola dell'Alto per l'impegno e il tempo che hanno dedicato a questa campagna elettorale.

OresteSabatino                                                                                                                            

Segretario Gd di San Nicola dell'Alto

mercoledì 27 febbraio 2013

Elezioni politiche del 2013 Camera dei Deputati, comune di San Nicola dell'Alto

Elettori: 785 - Votanti: 446 56,81 % - Sezioni pervenute: Definitivo Dato aggiornato al 25/02/2013 - 18:42

LeaderListeVoti%
PIER LUIGI BERSANI
PARTITO DEMOCRATICO20147,97
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'153,57
CENTRO DEMOCRATICO10,23
Totale Coalizione21751,78
SILVIO BERLUSCONI
IL POPOLO DELLA LIBERTA'7618,13
FRATELLI D'ITALIA81,90
GRANDE SUD - MPA40,95
LA DESTRA20,47
LEGA NORD10,23
MIR - MODERATI IN RIVOLUZIONE--
INTESA POPOLARE--
Totale Coalizione9121,71
GIUSEPPE PIERO GRILLO
MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT6315,03
MARIO MONTI
SCELTA CIVICA CON MONTI PER L'ITALIA163,81
UNIONE DI CENTRO153,57
FUTURO E LIBERTA'20,47
Totale Coalizione337,87
ANTONIO INGROIA
RIVOLUZIONE CIVILE81,90
MARCO FERRANDO
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI20,47
MAGDI CRISTIANO ALLAM
IO AMO L'ITALIA20,47
OSCAR FULVIO GIANNINO
FARE PER FERMARE IL DECLINO10,23
RENATA JANNUZZI
LIBERALI PER L'ITALIA - PLI10,23
LUCA ROMAGNOLI
FIAMMA TRICOLORE10,23
ROBERTO FIORE
FORZA NUOVA--
SIMONE DI STEFANO
CASAPOUND ITALIA--
STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI
RIFORMISTI ITALIANI--
GIACINTO MARCO PANNELLA
LISTA AMNISTIA GIUSTIZIA LIBERTA'--
Totale419
Schede bianche153,36 %
Schede nulle122,69 %
Schede contestate e non assegnate   -   -

Elezioni politiche del 2013 Senato della Repubblica, comune di San Nicola dell'Alto

Elettori: 727 - Votanti: 402 55,29 % - Sezioni pervenute: Definitivo Dato aggiornato al 25/02/2013 - 17:54

Leader
ListeVoti%
PIER LUIGI BERSANI
PARTITO DEMOCRATICO18348,03
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'143,67
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO51,31
CENTRO DEMOCRATICO--
Totale coalizione20253,01
SILVIO BERLUSCONI
IL POPOLO DELLA LIBERTA'7720,20
FRATELLI D'ITALIA41,04
MIR - MODERATI IN RIVOLUZIONE20,52
LA DESTRA20,52
LEGA NORD10,26
INTESA POPOLARE--
GRANDE SUD--
Totale coalizione8622,57
GIUSEPPE PIERO GRILLO
MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT5514,43
MARIO MONTI
CON MONTI PER L'ITALIA246,29
ANTONIO INGROIA
RIVOLUZIONE CIVILE61,57
MAGDI CRISTIANO ALLAM
IO AMO L'ITALIA20,52
MARCO FERRANDO
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI20,52
LUCA ROMAGNOLI
FIAMMA TRICOLORE20,52
OSCAR FULVIO GIANNINO
FARE PER FERMARE IL DECLINO20,52
SIMONE DI STEFANO
CASAPOUND ITALIA--
STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI
RIFORMISTI ITALIANI--
ROBERTO FIORE
FORZA NUOVA--
Totale381
Schede bianche112,73 %
Schede nulle102,48 %
Schede contestate e non assegnate - -